Offerte votive in terracotta del periodo ellenistico dall’Italia centro-adriatica: riesame delle evidenze archeologiche per un (rinnovato) status quaestionis.
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Abstract
Il contributo traccia un quadro sinottico, descrittivo e interpretativo, del fenomeno e dei significati storico-culturali sottintesi all’offerta dei votivi fittili nei santuari dell’Italia centrale adriatica tra III e II sec. a.C., con particolare riguardo al comprensorio umbro-piceno. In età ellenistica, infatti, l’offerta di votivi fittili rappresenta una delle manifestazioni di devozione tra le più peculiari presso i luoghi di culto del versante adriatico dell’Italia centrale. L’opinione prevalente lega il fiorire di tale pratica alle dinamiche demografiche che interessarono questo territorio e in particolare alla colonizzazione romano-latina, che qui determinò il sensibile e diffuso stanziamento di popolazione originaria del Lazio e dell’area medio-tirrenica. Naturalmente, assieme alle persone si spostarono oggetti, saperi artigianali, idee e più in generale i retaggi religiosi e culturali propri dei nuovi arrivati. La comparsa e la diffusione della coroplastica votiva in un comprensorio geografico dove gli usi e i costumi religiosi epicori si erano in precedenza espressi – tra le altre cose – ricorrendo ad altre formule materiali, dunque, rientrano appieno nel novero dei più ampi sviluppi culturali del periodo, misurabili non da ultimo anche attraverso lo studio delle modificazioni e dei mutamenti che interessarono le fisionomie e le espressioni materiali della pietas in un contesto territoriale dagli assetti sociopolitici ed economici sensibilmente rinnovati.