O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium <p><em>Otium</em> <small>(E-ISSN 2532-0335) </small>è una Rivista di classe A <em>peer-review </em>dedicata alla riflessione sui meccanismi di funzionamento della cultura del mondo antico. Il modo di pensare, di immaginare, di sentire, di sviluppare una produzione simbolica sono ciò che vorremmo fosse al centro degli studi ospitati nella rivista.</p> <p>Non vi è dunque un settore particolare della produzione artistica, materiale e letteraria dell’antichità a cui <em>Otium</em> sia specificamente dedicata, così come non v’è un’attenzione privilegiata per qualcuno dei possibili approcci dell’archeologia contemporanea, quanto piuttosto l’intenzione e lo sforzo della ricerca di nessi e connessioni, della possibilità di costruire una visione complessa dell’antichità che faccia della relazione tra aspetti diversi il suo punto focale.</p> <p> </p> it-IT otiumrivista.redazione@gmail.com (Redazione) Tue, 17 Dec 2024 10:15:08 +0100 OJS 3.3.0.8 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Ancora sui keimelia: potenza comunicativa e difficoltà di datazione delle figurine ‘d’antiquariato’ nei contesti votivi della Sicilia https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/142 <p>La presenza di oggetti più antichi del loro contesto di ritrovamento, noti come cimeli, keimelia o aphidrumata, coinvolge diversi bacini geografici del mondo greco in tutti i periodi cronologici. A tale fenomeno sono state date di volta in volta spiegazioni diverse a seconda del contesto. Concentrandoci sulle terrecotte, passeremo in rassegna i casi più significativi individuati in Sicilia, cercando di capire se sia possibile suggerire una chiave interpretativa unitaria alle azioni rituali che hanno coinvolto figurine più antiche del loro contesto. Si presterà attenzione anche al particolare posizionamento delle offerte coroplastiche (generalmente isolate), che spesso viene associato all'antichità dell'oggetto stesso, enfatizzando la memoria suscitata dalla sua presenza.<br />Infine, si evidenzierà come la datazione delle statuette considerate debba essere sempre valutata con attenzione, dato il carattere di produzione in serie di questi oggetti, che riproducono prototipi risalenti a molto tempo prima.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Marina Albertocchi Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/142 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Non di sola argilla. Ricostruzione e significato di un tipo di figura femminile seduta https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/143 <p>Durante lo studio del complesso rinvenuto in Piazza San Francesco a Catania, è stato possibile isolare alcuni frammenti di figure femminili sedute ancora uniche. Tra i frammenti conservati vi sono le parti anteriori dei piedi nudi e gli avambracci completi delle mani di almeno due grandi figure sedute. Tutti i frammenti in questione presentano caratteristiche tecniche che suggeriscono che le figure sono state costruite unendo una struttura interna, probabilmente in legno, ad arti e teste in argilla. Il presente lavoro tenta di ricostruire le figure, che probabilmente sono acropeline. Con questo termine si intendono figure strutturalmente simili agli acroliti più pregiati, i cui arti erano generalmente realizzati in marmo, come nel caso degli acroliti di Morgantina, che sono gli esempi più noti di una tradizione scultorea particolarmente diffusa nella Grecia occidentale. Le osservazioni finali riguardano il significato e la funzione di tali manufatti dal punto di vista rituale.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Antonella Pautasso Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/143 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Considerazioni su un probabile frammento di arula con la raffigurazione di Scilla da Catania https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/144 <p>Il presente lavoro descrive un frammento di arula, rinvenuto nel deposito votivo di Piazza San Francesco a Catania, che si distingue per le sue caratteristiche tecniche e iconografiche uniche. Il frammento raffigura Scilla ed è databile tra la fine del V e l'inizio del IV secolo a.C. Il confronto più vicino proviene da Himera e suggerisce che il frammento catanese possa essere associato a una Scilla “ἀποσκοπεύσα”, che si scherma gli occhi con la mano sinistra per osservare i marinai che attaccano. L'articolo analizza anche altre rappresentazioni di Scilla in Sicilia, nella Magna Grecia e in Grecia, in terrecotte, ceramiche e monete. Infine, si esplorano le possibili funzioni e i significati del frammento all'interno del contesto votivo, ipotizzando che possa essere stato offerto in ex-voto alla divinità femminile del santuario.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Flavio Ferlito Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/144 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Antiquaria e collezionismo a Serra Orlando-Morgantina (Aidone) ai tempi di Paolo Orsi. Nuovi dati per la conoscenza della coroplastica siceliota https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/145 <p>Il contributo intende presentare una ricca serie di reperti coroplastici, per lo più inediti, provenienti dalla Contrada Serra Orlando di Aidone (EN), nell'entroterra siciliano, oggi nota come sito dell'antica città di Morgantina. I reperti, attualmente nella collezione del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa, sono stati in parte donati allo stesso Paolo Orsi dalla famiglia Montemagno, proprietaria di terreni nell'area archeologica, e in parte acquisiti dall'archeologo all'epoca della sua frequentazione della zona e della famiglia Montemagno, intorno al 1911-1912. Si tratta di un interessante complesso di manufatti fittili che testimoniano la diffusione del culto per le divinità ctonie e al tempo stesso la ricchezza e la varietà della produzione coroplastica di Morgantina, già nota alla comunità scientifica grazie alla fondamentale monografia di Malcolm Bell III, The Terracottas (1981), e a studi più recenti curati da chi scrive. La presentazione delle terrecotte della collezione Montemagno sarà l'occasione per focalizzare l'attenzione sull'antiquaria nella Sicilia di fine Ottocento-inizio Novecento e sulla dispersione dei reperti che Paolo Orsi, in qualità di Soprintendente, cercò a tutti i costi di arginare investendo anche risorse personali.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Serena Raffiotta Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/145 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Il contributo della coroplastica per la ricostruzione del pantheon di Akrai (Sicilia)* https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/146 <p>Nel campo della storia delle religioni antiche, l'arte coroplastica fornisce un contributo significativo alla ricostruzione del pantheon delle antiche poleis greche. Akrai, una sub-colonia fondata da Siracusa nel 664 a.C. sui monti Iblei, si propone come esempio emblematico. All'interno della Collezione archeologica del barone Gabriele Judica (1760-1835), primo esploratore dell'antica città nei pressi di Palazzolo Acreide, e oggi esposta nelle sale del piccolo Museo Civico, sono presenti numerosi esemplari fittili che testimoniano la presenza variegata e diacronica dei culti greci e orientali dalla fondazione all'epoca romana. L'analisi di alcuni esemplari presenti nel museo e di altri esposti in altri musei permette di intuire l'orizzonte religioso degli antichi abitanti, stretti tra un'esistenza terrena legata all'agricoltura e la loro incrollabile fede nelle divinità olimpiche.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> <p>(*) Vorrei qui esprimere la mia gratitudine più sincera verso gli organizzatori del Convegno, amici da tempo e nuovi, ai quali devo anche il piacere di aver potuto conoscere la città di Cagliari, la sua splendida università ed il suo bellissimo Museo archeologico. Ringrazio inoltre, i due referees anonimi per le loro indicazioni utili a migliorare questo piccolo contributo nato per onorare la Collezione Judica, oggi custodita nel Museo Archeologico di Palazzolo Acreide.</p> Paolo Daniele Scirpo Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/146 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 A proposito del cosiddetto ‘Bes’ di Agrigento https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/147 <p>Il Museo Archeologico “Pietro Griffo” di Agrigento custodisce una statuetta in terracotta raffigurante una figura nana, nuda, accovacciata e sorridente, con una coppa in testa. Comunemente noto come il “Bes” di Agrigento, è già stato oggetto di studio da parte di Sabatino Moscati ed è solitamente considerato un manufatto di ambientazione punica. Si tratta di uno dei tanti esempi di ibridismo culturale che caratterizza la storia di Akragas dopo la conquista cartaginese delle principali città della Sicilia centrale nel 409 a.C. Il riesame di questo manufatto, sia dal punto di vista siceliota che punico, offre una riflessione multidisciplinare sui valori e sulla destinazione rituale di un'immagine che attraversa due culture. Lo studio offre anche l'opportunità di una nuova contestualizzazione dal punto di vista archeologico.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Anna Chiara Fariselli, Giuseppe Lepore, Donatella Mangione Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/147 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Bruciaprofumi a testa femminile in Sicilia. Un riesame alla luce dei dati dal Mediterraneo punico https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/148 <p>Il presente lavoro si propone di offrire una rivalutazione aggiornata dei bruciaprofumi a testa femminile della Sicilia punica. Il lavoro si è basato su tre linee principali: la ricerca bibliografica e archivistica; lo studio analitico di esemplari noti e di alcuni reperti inediti; la contestualizzazione di queste terrecotte all'interno del Mediterraneo punico. Dopo le informazioni sul contesto di ritrovamento, vengono individuate le principali caratteristiche iconografiche e tecniche di ciascuna terracotta e i confronti più rilevanti. Il catalogo con la descrizione schematica e tecnica delle terrecotte è alla fine del lavoro. Il lavoro evidenzia la varietà dei bruciaprofumi a testa femminile rinvenuti nell'isola e mostra come la Sicilia punica - nel corso del IV e III secolo a.C. - abbia avuto un ruolo molto importante nell'origine del tipo iconografico e nella circolazione di queste terrecotte all'interno del Mediterraneo.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Nicola Chiarenza Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/148 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Culti, riti e produzioni artigianali nella Cagliari di età romana. Nota preliminare sulla coroplastica dello scavo della chiesa di Sant’Avendrace https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/149 <p>I recenti scavi archeologici nella chiesa di Sant'Avendrace a Cagliari hanno portato alla luce un edificio di età romana, che sembra interpretabile come un santuario per le caratteristiche architettoniche e per i numerosi reperti, facilmente identificabili come ex voto, come placchette in terracotta, vasi miniaturistici e alcuni stampi. In questo numero vengono presentate alcune ipotesi preliminari sulla forma originaria di tali stampi.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Giovanna Pietra Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/149 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Evidenze di culto sull’acropoli di Bithia: il contributo della coroplastica figurata https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/150 <p>Gli scavi condotti dalla Soprintendenza di Cagliari sul promontorio di Chia (Domus de Maria, Sardegna) hanno portato alla luce strutture dell'antica città di Bithia legate a un luogo di culto. Tra gli oggetti archeologici rinvenuti, si segnalano frammenti di statuette raffiguranti donne, alcune delle quali in pose che ricordano Afrodite, una <em>kourotrophos</em>, un giovane Eros, colombe, tori e frutti come fichi e mele cotogne. Da segnalare una rara statuetta di donna incinta, il cui ventre era evidenziato da un riquadro inciso. Non è possibile attribuire un nome alla divinità a cui era dedicato il santuario, ma le tipologie iconografiche delle terrecotte sembrano indicare un culto legato alla fertilità e alla protezione della maternità e del matrimonio.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Chiara Pilo, Marco Edoardo Minoja Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/150 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 En Romanos, rerum dominos, gentemque togatam! Su una raffigurazione fittile di togato proveniente da Nora (Pula, Sardegna) https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/151 <p>Il presente lavoro si concentra su una statuetta fittile raffigurante un uomo con la toga proveniente dal sito punico e romano di Nora (Pula, Sardegna). Pur trattandosi di un reperto isolato, ci permette di fare considerazioni sulla diffusione di questa iconografia in ambito provinciale, con particolare attenzione alla Sardegna.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Romina Carboni Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/151 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Tra forma e sostanza: spazi e produzioni del tempio della RBT Elat di Sulci https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/152 <p>Questo studio presenta un'analisi completa di alcune evidenze archeologiche scoperte durante le ricerche condotte dall'Università di Sassari nell'area del Cronicario di Sant'Antioco, un settore dell'antica città fenicia, punica e romana di Sulky/Sulci. L'obiettivo principale di questa ricerca è l'analisi approfondita della cultura materiale associata a un complesso di strutture ritenute connesse a un'area sacra vicina, forse corrispondente al tempio di RBT Elat menzionato nell'iscrizione bilingue sulcitana del I secolo a.C. Particolare attenzione è rivolta all'analisi di vari tipi di terrecotte votive, contestualizzate in un quadro documentario più ampio. Attraverso l'interpretazione di questi manufatti, lo studio mira a fornire una panoramica completa delle complessità sociali e culturali che caratterizzano il periodo di transizione tra l'epoca punica e quella successiva romana.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Elisa Pompianu, Rosana Pla Orquín Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/152 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Terrecotte votive dal tempio di Antas https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/153 <p>Un piccolo gruppo di votivi figurati e anatomici, che si affianca a offerte di altro livello e dimensione custodite in passato dalle note basi con iscrizioni puniche, è identificabile tra i numerosi frammenti di terracotta architettonica repubblicana provenienti dagli scavi del tempio di Antas (Fluminimaggiore - SU) negli anni '60 del secolo scorso. <br />La presenza di questi votivi, a lungo conservati nei magazzini della Soprintendenza di Cagliari e oggi a Fluminimaggiore, consente di fare alcune riflessioni sulle fasi di vita del tempio e sul culto praticato.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Giuseppina Manca di Mores Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/153 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Devozione popolare nelle terracotte funerarie di età romana in Sardegna https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/154 <p>L'obiettivo di questo contributo è fornire una panoramica, frutto di anni di ricerche, sullo studio e il riesame di alcune sepolture di età romana che hanno restituito, insieme ai loro corredi, delle figurine in terracotta. L'obiettivo è quello di riassumere gli esempi attualmente noti di coroplastica funeraria devozionale in Sardegna, mostrando come alcuni giocattoli rinvenuti nelle tombe infantili, al di là del loro significato ludico, possano assumere un valore protettivo e diventare, quindi, vere e proprie dediche a divinità. La scelta di alcuni di essi, da parte dei parenti del defunto che li hanno deposti come corredo, è motivata da ragioni etniche e religiose.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Alessandra La Fragola Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/154 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100 Delfini in terracotta dalla Sardegna romana https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/155 <p>Il ritrovamento di vasi in plastica a forma di delfino provenienti dai centri costieri di Nora e Olbia offre l'opportunità di approfondire questa affascinante categoria artistica, esplorandone forma, classificazione, significato e simbologia. Emblema del ritorno dal mare e della sicurezza della navigazione, il delfino è raramente raffigurato sotto forma di askos a ruota. L'unicità delle figure documentate e i rispettivi contesti di ritrovamento, in contesti sia cultuali che funerari, suscita riflessioni significative sull'origine morfologica e sulla funzione rituale dei manufatti analizzati, intrinsecamente legati al simbolismo del delfino nell'antichità come salvatore di vite in mare e guardiano dei defunti nel loro viaggio verso l'aldilà.</p> <p>I contributi pubblicati in questo volume sono stati presentati al Convegno Internazionale “What Can Terracottas Tell Us: Coroplastic Polysemy in the Ancient Mediterranean” (Cagliari - Cittadella dei Musei, 10-12 novembre 2022) organizzato sotto la direzione scientifica di Romina Carboni, Claudia Cenci e Nicola Chiarenza.</p> Miriam Napolitano Copyright (c) 2025 O T I V M https://www.otium.unipg.it/otium/article/view/155 Tue, 17 Dec 2024 00:00:00 +0100